Spazio alla natura

Appunti di città / 10

17giu 2021

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A Torino il verde urbano rappresenta il 37% della superficie comunale, ogni abitante ha a disposizione 20mq di verde pubblico, che salgono a 55mq se contiamo anche quello privato. Sono boschi, giardini sotto casa, viali alberati, parchi, fasce fluviali, campi coltivati, riserve naturali, orti urbani: un patrimonio straordinario e prezioso per mitigare gli effetti del riscaldamento globale, rigenerare l’aria che respiriamo, migliorare la permeabilità dei terreni, promuovere la biodiversità e gestire al meglio gli eventi climatici intensi. Capire appieno i benefici della natura in città, conoscerne le funzioni, valorizzarla e favorirne al meglio la crescita è compito fondamentale per chi governa e pianifica le aree urbane, ma è un impegno quotidiano anche per chi vive e usa quotidianamente la città.
Al tema della natura in città abbiamo dedicato l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva di Urban Lab on Air – la trasmissione che racconta la città che cambia – andato in onda il 17 giugno scorso. Ne abbiamo discusso in studio con Marco Allocco, esperto di pianificazione forestale e di servizi ecosistemici e socio di Seacoop; Elisabetta Reali, educatrice e responsabile dei laboratori nelle scuole al Pav – Parco Arte Vivente, il Centro sperimentale d’arte contemporanea concepito dall’artista Piero Gilardi; il torinese Luca Sardo dei Fridays for Future, il movimento di studenti, insegnanti, lavoratori nato per posizionare il problema del cambiamento climatico al primo posto nell’agenda delle priorità dei governanti. Guarda la registrazione integrale della trasmissione.

IL VERDE URBANO. I NUMERI
Il sistema del verde di Torino conta oltre 48 milioni di m² di superficie verde (pubblico e privato) e rappresenta circa il 37% del territorio comunale, dato in linea con la media delle città europee. Della superficie totale a verde di Torino, il 38% è patrimonio pubblico, mentre il 62% è di proprietà e gestione privata. Il 93% dei torinesi ha uno spazio verde entro 300 mt da casa, 20 mq/abitante di verde pubblico (18,2mq/ab è la media europea, 9 mq/ab la soglia minima OMS). Sono 70 i km di sentieri collinari, 209 i km di viabilità ciclabile, di cui 64 nel verde. Attraverso  una breve animazione realizzata dalla nostra redazione abbiamo mostrato questi e altri dati significativi sul verde urbano. Guarda il video (liquid city).

CAMBIAMENTO CLIMATICO E NATURA. RISCHI E BENEFICI
La natura è un ingrediente fondamentale delle città per affrontare l’emergenza climatica. Ma che cos’è il cambiamento climatico? La risposta arriva dalla pubblicazione realizzata dall’Università di Torino in collaborazione con la Città di Torino Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico – II ed.”:  Il cambiamento climatico è il cambiamento dello stato del clima che persiste per un periodo di tempo prolungato (solitamente di decadi o più) e identificabile (per esempio, attraverso l’uso di test statistici) da cambiamenti della media e/o della variabilità delle sue proprietà. Può essere dovuto a processi naturali interni o a forzanti esterne di origine naturale, come le modulazioni dei cicli solari, le eruzioni vulcaniche, le variazioni nelle caratteristiche dell’orbita della Terra intorno al Sole e dell’asse di inclinazione, o antropica, come l’aumento dei gas serra in atmosfera derivanti dalle attività umane o i cambiamenti nell’uso del suolo.

Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche a Torino, dove assistiamo ciclicamente a una serie di fenomeni meteorologici intensi, anche estremi, che mettono a rischio il nostro territorio: ondate di calore, nubifragi e rischio di alluvioni. Le temperature registrate a Torino dal 1951 ad oggi mostrano una tendenza significativa all’aumento sia nei valori massimi sia nei valori medi, mentre le temperature minime risultano pressoché stazionarie o in lievissima diminuzione (aumento di 2.3 gradi negli ultimi 60 anni). L’analisi degli scenari climatici al 2100, in cui sono stati utilizzati i dati del modello climatico utilizzato per la Strategia Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico del Ministero dell’Ambiente, nello scenario peggiore, quello in cui il trend delle emissioni di gas serra rimane uguale a quello attuale, la temperatura media annuale vede un aumento complessivo dei valori di quasi 6.5°C al 2100 con un tasso di incremento di 0.68°C ogni 10 anni. L’aumento a fine secolo porta ad estati che avranno più della metà dei giorni in ondata di caldo (dal Piano di resilienza Climatica della Città di Torino).
Per contrastare i fenomeni dovuti ai cambiamenti del clima, Torino ha messo a punto il Piano di Resilienza Climatica che, oltre ad analizzare nel dettaglio i fattori di rischio, propone una serie di strategie e azioni, anche di impronta verde. Vediamo in questo breve video di cosa si tratta.
Analizzando la presenza di isole di calore nel territorio torinese, il 54% è a rischio nullo o rischio basso, proprio in corrispondenza o nei pressi delle aree verdi e dei viali alberati. L’infrastruttura verde ha dunque un grande valore nel mitigare l’esposizione al rischio. Le funzioni e i benefici delle aree verdi in città non si limitano al contrasto delle isole di calore.
Cosa può fare un albero in città? Abbellisce il contesto in cui è collocato e genera “benessere” anche solo per chi lo vede; accumula carbonio; produce ossigeno; “Raccoglie” inquinanti atmosferici (PM10 – O3 – NO2); attenua il rumore; intercetta l’acqua durante le precipitazioni (e per l’area non impermeabilizzata intorno al piede, ne consente l’infiltrazione); riduce la temperatura a terra e nei paraggi durante la stagione estiva; ospita l’avifauna e microfauna (biodiversità); i residui legnosi di potatura possono essere utilizzati per generare energia; …a fine vita può essere utilizzato come legname. Guarda l’infografica
Il Millennium Ecosystem Assessment (2005), la più ampia e approfondita sistematizzazione delle conoscenze sino ad oggi acquisite sullo stato degli ecosistemi del mondo ha fornito una definizione dei servizi ecosistemici, ovvero i benefici offerti all’uomo. La Città di Torino ha recentemente promosso uno studio che mira a conoscere, valorizzare e valutare, anche economicamente, i servizi ecosistemici prodotti dal verde pubblico attualmente presente in città e le relative modalità di implementazione per far fronte al clima che cambia.
Quanto vale dunque un albero a Torino? Dato riferito a un albero medio (h 15 m, circonferenza fusto 50 cm, circonferenza chioma 10 m): valore del “benessere” generato (0,66 €/mq) > circa 50 €/anno; stock di Carbonio: circa 600 kg di Carbonio stoccati in un albero adulto > circa 18 € (circa 1€/anno); riduzione inquinanti atmosferici > (0,0322 t/ha di NO2; 0,1053 t/ha PM10; 0,1259 t/ha O3 – dati riferiti a un ettaro di bosco teorico > valore di 6074 €/ha) pari a circa 20 €/pianta/anno; acqua accumulata: la chioma raccoglie mediamente il 50% dell’acqua piovana > (valore 1,9€/m3 trattenuto) circa 35 €/anno; riduzione temperatura > (-0,25 KWh/m2) circa 4,5 €/anno ad albero; valore del legname > circa 20 € ad albero.
Secondo la valutazione condotta, sommando i singoli contributi e semplificando il concetto, se il Comune dovesse investire in soluzioni alternative per ottenere gli stessi benefici analizzati, dovrebbe investire circa 240 milioni di euro all’anno per sostituirli.

PIANIFICARE IL VERDE. POLITICHE E PRATICHE DI RESILIENZA
La strategia di resilienza climatica avviene in stretto coordinamento con un altro importante strumento di analisi e programmazione: il Piano strategico delle infrastrutture verdi, fresco di pubblicazione (marzo 2021) che indirizza gli investimenti e le politiche di gestione del sistema del verde urbano pubblico torinese nei prossimi decenni e governa l’evoluzione dell’infrastruttura verde torinese, ad integrazione degli strumenti di pianificazione urbanistica. Questa evoluzione permetterà non solo di aumentarne il valore ricreativo, ma anche la capacità di produrre servizi ecosistemici in grado di contrastare le vulnerabilità climatiche, ombreggiando e rinfrescando gli spazi pubblici urbani e limitando gli effetti delle precipitazioni intense attraverso la realizzazione di soluzioni natured based per ridurre il carico sull’infrastruttura grigia esistente.
In questa video intervista Claudia Bertolotto, direttore Ambiente della Città di Torino ci spiega gli obiettivi e le soluzioni principali contenuti nel Piano Strategico dell’Infrastruttura Verde.
Mentre in questa video intervista Rosa Gilardi, direttore del Progetto Speciale Piano Regolatore e dei Servizi Pianificazione e Strategie Urbane della Città di Torino racconta come la revisione del Piano Regolatore Generale della Città di Torino Comunale sviluppa il tema del verde.
Tra le azioni previste dai piani per ridurre gli impatti delle ondate di calore, i fenomeni delle isole di calore urbano e per attenuare l’impatto degli allagamenti causati dalle precipitazioni intense ci sono le Nature-Based Solutions (NBS, in italiano soluzioni basate sulla natura). Di cosa si tratta e quali sono le diverse tipologie? Le Nature-Based Solutions sono soluzioni basate o ispirate alla natura e si dividono in cinque tipologie: parchi e aree verdi seminaturali (aree verdi forestate, orti urbani, stagni di ritenzione, golene e boschi ripariali); componenti verdi nelle strutture urbane (rotaie verdi, arredo urbano verde, alberi a bordo strada e percorsi verdi); componenti verdi all’esterno degli edifici (giardini pluviali, tetti e facciate verdi, raccolta di acqua piovana); componenti del sistema di drenaggio sostenibile (superfici permeabili, bacini e trincee di infiltrazione, canali vegetati); aree blu (ripristino dei fiumi per il controllo delle inondazioni). Queste soluzioni portano contemporaneamente benefici di tipo ambientale, sociale ed economico alle città.

EDUCARE ALLA NATURA
Aree verdi e boschi urbani si trovano però in una situazione delicata: da una parte contribuiscono a mitigare gli effetti dell’aumento della temperatura e a contrastare gli effetti delle piogge intense, ma dall’altra, proprio a causa dei fenomeni meteorologici attuali, sono vulnerabili e devono essere tutelati, potenziati, ma anche realizzati in modo corretto.
Ecco perché educare alla natura è importante quanto realizzare NBS. Urban Lab supporta la Città di Torino nel progetto europeo CONEXUS – Urban ecosystem renewal in EU and CELAC cities, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020, e volto a promuovere una cultura europea della sostenibilità ambientale urbana attraverso l’utilizzo e la diffusione di NBS per affrontare le sfide del cambiamento climatico e migliorare la resilienza delle nostre città. La sperimentazione torinese di Conexus si sviluppa attraverso la costruzione di un percorso di sensibilizzazione, animazione territoriale e comunicazione nel quartiere Valdocco sui temi della sostenibilità ambientale e in particolare sui benefici che le soluzioni basate sulla natura sono in grado di portare ai contesti urbani. Proprio il quartiere Valdocco, con il progetto Valdocco Vivibile, è interessato da interventi di riqualificazione ambientale attuati con un approccio multidisciplinare e volti a trasformare parte del quartiere attraverso soluzioni basate sulla natura. Urban Lab sta coordinando le attività di animazione e comunicazione territoriale, attraverso il Life Lab Valdocco Vivibile insieme alla Città di Torino, suo socio fondatore. Sono in corso le attività che coinvolgono gli stakeholder del quartiere, con specifico riferimento agli istituti scolastici (scuole secondarie di primo e secondo grado). L’obiettivo è quello di mettere a sistema le realtà del territorio, così che possano dialogare e co-progettare un percorso comunicativo, informativo e di sensibilizzazione su Valdocco Vivibile, in particolare in relazione ai contributi che porterà per contrastare il cambiamento climatico. Saranno dunque gli studenti e i giovani del quartiere i veri protagonisti del progetto!
Sul tema dell’educazione alla natura, alle biotecnologie e all’ecologia e al rapporto tra questi elementi e l’arte lavora da oltre dieci anni il Pav, Parco d’Arte Vivente, il Centro sperimentale di arte contemporanea, un territorio verde in continua evoluzione, concepito dall’artista Piero Gilardi in Via Giordano Bruno e realizzato nel 2008, nell’ex area industriale Framtek di circa 23.000 mq, grazie ad un importante intervento di rigenerazione urbana. Il PAV comprende un sito espositivo all’aria aperta e un museo interattivo, è luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti. Scopri di più qui

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